Metanopoli è la company town costruita alla periferia di Milano negli anni ’50 da Enrico Mattei – fondatore dell’Eni, morto in circostanze controverse nel 1962 – e divenuta un’icona del boom socio-economico italiano del dopoguerra.
Il titolo Metanopolis non si limita però a richiamare l’idea di polis greca, a cui Mattei voleva idealmente riallacciarsi. Per somiglianza grafica e sonora rimanda anche al celebre film distopico Metropolis di Fritz Lang e al complesso Megalopolis di Francis Ford Coppola. Inoltre, la forma plurale inglese allude alla molteplicità di possibili interpretazioni di un soggetto sfuggente e sfaccettato. Il progetto assume così un carattere intimo ma disincantato, scavando nella storia e nella topografia di un luogo unico e metafisico attraverso fotografia documentaria, materiali d’archivio e racconto autobiografico.
È anche un racconto sul sogno e sul lavoro di Mattei, e una metafora di come un’utopia – socio-economica e concettuale – possa mutare nel tempo ed essere riletta oggi, in un momento in cui l’indipendenza energetica e le fonti sostenibili sono temi sempre più urgenti.
I materiali di Metanopolis non seguono una gerarchia, ma si intrecciano in un dialogo ellittico ed elusivo che riflette sia la visione inquieta e sofferta dell’autore, sia il contesto storico e urbanistico in cui Metanopoli – e un certo modello di sviluppo italiano – è nata e cresciuta. Al tempo stesso, non ignora le implicazioni politiche e giuridiche più ampie di ciò che Eni ha rappresentato e rappresenta ancora per l’Italia: dall’eredità cattolica della Resistenza di Mattei, al coinvolgimento di Pier Paolo Pasolini – morto anch’egli in circostanze misteriose mentre lavorava a Petrolio – fino alla complessità delle fonti fossili e alla recente appropriazione populista del cosiddetto Piano Mattei.
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Metanopoli is a company town built on the outskirts of Milan in the 1950s by Enrico Mattei – founder of Italian oil & gas company Eni, who died in controversial circumstances in 1962. It soon became an iconic symbol of Italy’s post-war socio-economic boom.
The additional “s” in the project title, Metanopolis, is not only a reference to the Greek concept of the polis – which Mattei had in mind when naming the town – but also an echo of Fritz Lang’s dystopian film Metropolis and Francis Ford Coppola’s ambitious Megalopolis. At the same time, the English plural suggests the multiplicity of possible interpretations of such an elusive, multi-faceted subject. The project takes an intimate yet disenchanted approach to investigating the history and topography of this unique, metaphysical place, combining documentary photography, archival materials and autobiographical narrative.
It is also a reflection on Mattei’s dream and his work, and a metaphor for how a (socio-economic and conceptual) utopia may change over time and be reinterpreted today, at a moment when energy independence and sustainability have become increasingly urgent issues.
The materials that make up Metanopolis are not structured hierarchically, but rather intertwine in an elliptical, elusive dialogue shaped by the author’s restless, tormented vision, by the historical and urban context in which both Metanopoli and a certain model of Italian development arose and flourished, and by the broader political and legal implications of what Eni has represented – and still represents – for Italy. These range from Mattei’s roots in the Catholic Resistance, to the involvement of Pier Paolo Pasolini (who also died in mysterious circumstances while working on his unfinished Petrolio), through to the complexity of fossil fuels and the populist right’s attempt to revive the so-called Mattei Plan.